L’obesità oggigiorno è considerata come una vera e propria epidemia, in quanto rappresenta una problematica mondiale che non è più strettamente correlata con il benessere economico di alcune zone del mondo. La prevalenza mondiale dell’obesità è quasi triplicata tra il 1975 e il 2016, interessando non solo la popolazione adulta ma anche adolescenti e bambini.1
Un BMI (body mass index) superiore al 25 evidenzia una condizione di sovrappeso mentre un valore superiore al 30 indica obesità. Questa condizione risulta particolarmente problematica per le comorbilità associate quali diabete mellito di tipo 2, problematiche cardiovascolari, respiratorie, malattie neurodegenerative e l’insorgenza di cancro2,3 .
Secondo alcune recenti stime dell’OMS nel 2016, oltre 1,9 miliardi di adulti di età pari o superiore a 18 anni erano in sovrappeso. Di questi oltre 650 milioni di adulti erano obesi. Secondo la World Health Organization (WHO) nel 2019 38 milioni di bambini con età inferiore di 5 anni risultavano in sovrappeso o obesi. A questi si aggiungono anche gli adolescenti con età compresa tra i 15-18 anni tra cui 340 milioni considerati in sovrappeso.
In Italia, secondo un più recente Rapporto Osservasalute del 2020, considerato il lasso temporale tra il 2001 e il 2019, l’andamento dei dati sul sovrappeso e obesità risulta essere in progressivo aumento. Secondo questi dati, anche nel 2019, si conferma che complessivamente il 46,3% dei soggetti di età maggiore e uguale ai 18 anni è in eccesso ponderale.
L’obesità è una patologia nella maggior parte dei casi multifattoriale, ovvero una condizione patologica le cui cause sono connesse a fattori molteplici (genetici, ambientali, alimentari)4.
I fattori di primo interesse sono:
1) Le abitudini alimentari: rappresentano il primo campanello d’allarme per la valutazione del soggetto obeso. Chi soffre di obesità tende ad assumere più cibo, dunque ad aumentare l’intake calorico rispetto a ciò che effettivamente necessita il corpo per la sopravvivenza del soggetto.
2) Stile di vita: i soggetti in sovrappeso e/o obesi sono comunemente sedentari, l’inattività fisica comporta un minor dispendio di energie e quindi di calorie. Inoltre, anche il fumo, lo stress e l’alterazione del sonno/ritmi circadiani possono influire sull’obesità5–7.
3) Condizioni economiche svantaggiose: “paradosso di obesità e povertà” ovvero l’incremento di obesità anche nelle zone più povere del globo. La causa principale di sovrappeso è la mancanza di accesso ad alimenti definiti come “sani”, chi possiede finanze limitate tende ad acquistare prodotti più economici che sono altamente processati. Questi prodotti sono classificati come “empty calories” che stabiliscono l’ingresso giornaliero di grassi in eccesso che, da soli, determinano rischi cardiovascolari e non solo8,9
4) Genetica ed epigenetica: una piccola percentuale di casi di obesità può configurarsi come l’espressione di una mutazione monogenica causativa o inquadrarsi nell’ambito di una sindrome, o ancora riconoscere cause endocrine, neuroendocrine o iatrogene (forme secondarie)10.
Si agisce in primo luogo modificando lo stile di vita mediante dietorepia (low-calories diets), attività fisica e terapia cognitiva comportamentale. Questo approccio multidisciplinare risulta efficace per garantire perdita di peso, impartire un’educazione alimentare e abbassare il rischio di comorbidità.
Ci si può servire anche di uso di farmaci oppure della chirurgia bariatrica.
La cura farmacologica viene prescritta dal medico nel caso in cui si riscontrino problematiche che non possono essere risolte solo con dietoterapia e attività fisica: es. insulino-resistenza, diabete mellito di tipo 2, etc.
Ultimamente però, si è assistito a un “abuso” di alcuni famaci destinati alla cura del diabete mellito di tipo 2 (DMT2) come nel caso dell’Ozempic (Semaglutide), ma che vengono utilizzati per la perdita del peso corporeo.
Grazie all’attivo semaglutide si ha un’imitazione del GLP-1 (glucon-like peptide 1) ossia un ormone che stimola la produzione di insulina (che a sua volta aiuta ad abbassare i livelli di glucosio ematico) e a bloccare la produzione di glucagone (ormone che ha funzione opposta all’insulina).
Nello svolgere questo tipo di attività, la semaglutide conferisce un senso di sazietà inducendo la persona ad assumere meno calorie e permettendo la perdita del peso. Effettivamente studi hanno dimostrato una perdita di peso in chi soffre di obesità (non di DMT2) del 11-14% rispetto ai gruppi placebo11, ma vi sono delle problematiche da considerare:
Controindicazioni:
L’utilizzo di farmaci deve essere sempre correlato ad una patologia e sotto controllo medico. Questo, spesso, viene dimenticato (o meglio aggirato) per ottenere i risultati desiderati in meno tempo e con meno sforzo.
Modifichiamo lo stile di vita e quello che ingeriamo (sia in termini di quantità che di qualità) così da avere risultati a lungo termine escludendo le possibili controindicazioni di una cura farmacologica.
1. The epidemiology of obesity | Elsevier Enhanced Reader. doi:10.1016/j.metabol.2018.09.005
2. Lorenzo AD. New obesity classification criteria as a tool for bariatric surgery indication. WJG. 2016;22(2):681. doi:10.3748/wjg.v22.i2.681
3. Seidell JC, Halberstadt J. The Global Burden of Obesity and the Challenges of Prevention. Ann Nutr Metab. 2015;66(Suppl. 2):7-12. doi:10.1159/000375143
4. Safaei M, Sundararajan EA, Driss M, Boulila W, Shapi’i A. A systematic literature review on obesity: Understanding the causes & consequences of obesity and reviewing various machine learning approaches used to predict obesity. Computers in Biology and Medicine. 2021;136:104754. doi:10.1016/j.compbiomed.2021.104754
5. Cheng H, Montgomery S, Green A, Furnham A. Biomedical, psychological, environmental and behavioural factors associated with adult obesity in a nationally representative sample. Journal of Public Health. 2020;42(3):570-578. doi:10.1093/pubmed/fdz009
6. Konttinen H. Emotional eating and obesity in adults: the role of depression, sleep and genes. Proc Nutr Soc. 2020;79(3):283-289. doi:10.1017/S0029665120000166
7. Spiegel K, Leproult R, Van Cauter E. Impact of sleep debt on metabolic and endocrine function. The Lancet. 1999;354(9188):1435-1439. doi:10.1016/S0140-6736(99)01376-8
8. Żukiewicz-Sobczak W, Wróblewska P, Zwoliński J, et al. Obesity and poverty paradox in developed countries. Ann Agric Environ Med. 2014;21(3):590-594. doi:10.5604/12321966.1120608
9. Drewnowski A, Specter SE. Poverty and obesity: the role of energy density and energy costs. Am J Clin Nutr. 2004;79(1):6-16. doi:10.1093/ajcn/79.1.6
10. Salminen M, Lehtimäki T, Fan YM, Vahlberg T, Kivelä SL. Leucine 7 to proline 7 polymorphism in the neuropeptide Y gene and changes in serum lipids during a family-based counselling intervention among school-aged children with a family history of CVD. Public Health Nutr. 2008;11(11):1156-1162. doi:10.1017/S1368980008001717
11. Department of Medicine, St. Luke’s Medical Center, Quezon City, Philippines, Tan HC, Dampil OA, Section of Endocrinology, Diabetes and Metabolism, Department of Medicine, St. Luke’s Medical Center, Quezon City, Philippines, Marquez MM, Department of Medicine, St. Luke’s Medical Center, Quezon City, Philippines. Efficacy and Safety of Semaglutide for Weight Loss in Obesity Without Diabetes: A Systematic Review and Meta-Analysis. JAFES. 2022;37(2):65-72. doi:10.15605/jafes.037.02.14